<Io ho paura di passare dalla piazza>
<La piazza è bella, ma le persone sono brutte e spesso chiedo alla mamma di passare dall’altra parte>
<Ci sono dei ragazzi che fanno i prepotenti e tirano gli schiaffi>
<Una volta ero in macchina con la mamma e ci hanno tirato i sassi sul vetro e io mi sono spaventata>.
Oggi c’è stato il secondo incontro del nostro percorso, il nostro alfabullo sta prendendo forma e i protagonisti di questa bellissima avventura stanno prendendo coraggio, stanno mettendo le mani sul timone e ci stanno indicando la rotta da seguire.
ON AIR.
Questo è il nostro rito, l’insegna si accende quando iniziamo e si spegne quando ci salutiamo.
Perchè “on air”?
Perchè è il segnale che siamo in onda, come se fossimo una radio.
E quando siamo in onda c’è qualcuno che parla… e c’è il mondo che ascolta
Oggi abbiamo dato un nome alla bulla, al bullo, al vittimo e alla vittima.
Si, è vero, abbiamo inventato delle parole.
Però sono nostre e vanno bene così.
È il patto che abbiamo fatto: non esistono cose giuste e sbagliate quando esprimiamo le nostre opinioni, esistono cose che sono vere per noi e altre che non sono vere, ci sono cose che sentiamo nostre e altre che sentiamo meno; quello che ci siamo promessi però è che tutto ciò che ci diciamo quando siamo “in onda” ha pari dignità e nessuna opinione è migliore di un’altra.
Così se per qualcuno il bullo è “milionario” e per un’altra è “prepotente” hanno lo stesso valore: vanno bene così.
Ci siamo promessi che è dalla semplicità delle nostre parole che dobbiamo partire e non dobbiamo avere paura a riconoscere che la vittima è una secchiona con gli occhiali , che il vittimo ha la pelle di un’altro colore ed è povero.
Poi succede qualcosa di magico: ci accorgiamo che bullo, bulla, vittimo e vittima hanno delle cose in comune: sono persone sensibili e quindi se tutti siamo sensibili, tutti possiamo cambiarci d’abito ed essere a volte un po’ bulli e a volte un po’ vittime.
E ci sono abiti che ci piacciono meno.
Qualcuno di noi ha raccontato che secondo lui una persona diventa bulla perchè è troppo sensibile e deve difendersi in qualche modo..potrebbe essere così, qualcuno dice che non è vero. Stiamo costruendo un pensiero, stiamo diventando grandi e quindi…ci alleniamo a rispettare ogni opinione.
Abbiamo prestato i nostri corpi per disegnare i nostri “prototipi”.
Non sono i disegni più belli del mondo ma sono grandi proprio come noi e sono i nostri: per questo sono unici e di valore inestimabile!
Ecco per noi alcune caratteristiche della “bulla”…
…del bullo…
…del vittimo (dai non crederete che la vittima sia soltanto femmina?)…
…e della vittima.
Abbiamo lavorato tantissimo ma alla fine…siamo felici di quello che ci siamo raccontati e di aver dato corpo alle nostre emozioni e alle nostre idee.
Guardate qui….siamo stati bravi vero?
Lunedì prossimo inizieremo a scrivere un storia e scopriremo un personaggio importantissimo che non abbiamo ancora scoperto…
L’insegna si spegne…si torna on air lunedì pomeriggio, state sintonizzati.